Mont Saint-Michel ci dà il buongiorno con una giornata fresca e nuvolosa. Ci svegliamo prestissimo, una rapida colazione ed eccoci pronti, vogliamo infatti evitare le code per la visita dell’Abbazia.
Prendiamo una navetta semi vuota e in 2 minuti siamo già ai piedi delle mura. Davanti all’ingresso dell’abbazia qualche mattiniero ci ha già preceduto, ma alle 9 in punto, facciamo il nostro ingresso in questa meraviglia architettonica dell’epoca medievale.

Una leggenda accompagna questa abbazia benedettina si narra infatti che l’arcangelo Michele apparve nel 709 al vescovo di Avranches, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò per due volte la richiesta finché san Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di Sant’Oberto con il foro è conservato nella cattedrale di Avranches.
Dentro le mura di Mont-Saint Michel
La nostra visita si snoda tra la varie sale, il refettorio, il chiostro e sino ad arrivare al sagrato da dove si può ammirare una fantastica vista sulla baia. La visione è sconfinata, la baia circonda interamente l’isola e in una giornata di bassa marea come questa, il mare che si ritira molti chilometri più a Nord, non si scorge.


La baia di Mont-Saint Michel
Lasciamo l’abbazia e passeggiamo un po’ per le vie costellate di negozi di souvenir acchiappa turisti. Torniamo alla nostra auto e ci dirigiamo verso la nuova tappa: Cancale.
La Normandia ci saluta mentre la Bretagna ci accoglie.
Cancale
Cancale mi è stata consigliata da una collega: “se sei in zona devi assolutamente andare al porto di Cancale a mangiare le ostriche”… ovviamente detto fatto!
Qualche chilometro prima di Cancale, ci fermiamo per un picnic veloce, mangiando del formaggio e una baguette comprate durante il tragitto. Percorrendo la Rue du Bord de Mer, all’altezza di Hirel, troviamo infatti dei tavoli da pic nic che si affacciano su una spiaggia infinita creata dalla bassa marea.


Spiaggia di Hirel
Arrivati a Cancale cerchiamo immediatamente le bancarelle che vendono ostriche. Ma non possiamo di certo non notare bellezza di questa pittoresca cittadina, dove la parola huîtres compare in ogni dove.



Finalmente troviamo le bancarelle e davanti a noi vediamo le ostriche più grosse, polpose, fresche e soprattutto economiche mai viste in vita nostra, un’esperienza unica! Dopo un momento di breve indecisione scegliamo le nostre ostriche, quelle più grosse a soli 6 euro la dozzina. Vengono aperte davanti a noi direttamente dalla proprietaria della bancarella… et voilà le nostre ostriche sono pronte!
Le gustiamo seduti sul muretto del porto e gettiamo i gusci direttamente sulla piccola spiaggia sotto di noi che negli anni è diventata un tappeto di conchiglie. Le ostriche sono buonissime!

Le ostriche di Cancale
Saint Malo
Nel pomeriggio lasciamo la Normandia ed entriamo in Bretagna, raggiungiamo infatti Saint Malo. Questa cittadina è famosa perché circondata da alte mura, per i suoi tetti in ardesia e anche per essere una località balneare frequentatissima nei mesi estivi.
Il suo porto sbocca sul Canale della Manica e il suo litorale è il maggiormente esposto al fenomeno delle maree, infatti la spiaggia è davvero molto ampia.
I caratteristici tetti di Saint Malo
Saint Malo è quasi totalmente ricostruita, la città infatti fu bombardata durante la seconda guerra mondiale, solo alcuni tetti e comignoli sono rimasti. Se vi piace la lettura vi consiglio il romanzo Tutta la luce che non vediamo di Anthony Doerr, ambientato proprio a Saint Malo.
Parcheggiamo in un parcheggio a pagamento sotterraneo, vista la quantità di gente ci sembra l’unica soluzione! Il sole splende ma tira un bel venticello fresco ma a quanto pare sono l’unica ad avvertirlo, tant’é che indosso un maglione, ma intorno a me sono tutti in costume.
Passeggiamo lungo le mura e ammiriamo il mare, i tetti alle nostre spalle e il Fort National. All’interno delle mura ci attende una città se possibile ancora più affollata di turisti. Il centro di Saint Malo è un tripudio di bar, caffè, ristorantini, pasticcerie e negozietti.
Ci fermiamo in una pasticceria e prendiamo dei mini Kouign Amann (dolce bretone) passeggiamo ancora un po’ tra le vie del centro ma poi stanchi andiamo al nostro albergo e chiudiamo il sipario su questa terza giornata in terra bretone. Domani ci aspetta una nuova tappa: Dinan.